Le infezioni correlate all’assistenza (ICA) sono una sfida comune e diffusa nei sistemi sanitari di tutto il mondo, anche in quelli più sofisticati e all’avanguardia. Una risposta a questa problematica arriva dal PCI, Prevenzione e Controllo delle Infezioni (in inglese IPC, Infection Prevention and Control): un approccio pratico e basato sull’evidenza scientifica, che mira a contrastare le infezioni evitabili. N0i di AMIL Care pensiamo sia importante avere una panoramica delle ICA e del PCI, argomento che tratteremo in questo articolo.

Qual è il principale strumento di prevenzione delle infezioni ospedaliere?

Lo scopo principale del PCI (Prevenzione e Controllo delle Infezioni) è quello di tutelare la salute di chi, all’interno delle strutture sanitarie, potrebbe essere colpito da infezioni legate alla fornitura di servizi di assistenza sanitaria, comprese quelle causate da agenti patogeni resistenti agli antimicrobici. Parliamo quindi dei pazienti, degli operatori sanitari e dei visitatori. I programmi di PCI sono composti da interventi mirati e costanti su ogni livello del sistema sanitario, in modo da poter risultare efficaci e garantire che l’assistenza sanitaria fornita sia di qualità.

Gli interventi per la prevenzione e il controllo delle infezioni comprendono:

  • controllo del rischio infettivo, che si attua tramite delle precauzioni standard (ad esempio una corretta igiene delle mani, l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale, pulizia e disinfezione dell’ambiente e delle sue superfici) e delle precauzioni basate sulla trasmissione, che si applicano in quelle situazioni in cui le precauzioni standard non sono sufficienti a impedire la trasmissione degli agenti patogeni.
  • Requisiti organizzativi minimi, ovvero quelle norme PCI che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) chiama Core components. Si tratta di requisiti minimi stabiliti dall’OMS, che devono essere rispettati dalle strutture sanitarie, in modo da favorire il controllo delle infezioni.
  • Costituzione del Gruppo per il Controllo delle Infezioni (GO-CIO). Le principali mansioni del Gruppo comprendono sorvegliare e favorire l’osservazione delle pratiche PCI, oltre a fornire un’adeguata formazione alle risorse impegnate nella struttura. Il Gruppo dovrebbe comprendere almeno un medico e un infermiere, entrambi addetti al controllo delle infezioni.
  • Vaccinazione degli operatori sanitari: chi è a contatto diretto con i pazienti è maggiormente a rischio di contrarre e trasmettere infezioni. Per questo, l’immunizzazione per le malattie prevenibili tramite vaccino rappresenta un importante strumento di difesa contro la diffusione di infezioni.
  • Formazione. La formazione del personale sanitario, ma anche di altre figure che lavorano all’interno delle strutture sanitarie (come gli addetti alle pulizie), è un ulteriore elemento che contribuisce alla prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza. Non va dimenticata l’importanza di informare e educare direttamente anche i pazienti stessi e i loro familiari/visitatori sui principali accorgimenti da seguire per evitare le ICA.

Quali sono le infezioni ospedaliere più comuni ICA?

I programmi PCI sono una risorsa particolarmente rilevante, soprattutto in considerazione del fatto che le conseguenze negative delle infezioni correlate all’assistenza sono molto frequenti. A livello globale, 4 pazienti su 10 riportano danni alla propria salute in relazione a servizi di assistenza sanitaria primaria o ambulatoriale. Le ICA influiscono ancora pesantemente sulle vite delle persone: come riportato da un recente report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nei Paesi UE/SEE l’impatto delle 6 infezioni correlate all’assistenza più frequenti, in termini di disabilità e mortalità prematura, corrisponde al doppio di quello di altre 32 malattie infettive messe insieme.

Ma quali sono le ICA più comuni? In generale, le infezioni ospedaliere più frequenti riguardano il tratto urinario. Le ICA coinvolgono inoltre l’apparato respiratorio, le ferite chirurgiche e le infezioni sistemiche, come sepsi e batteriemie. I microrganismi responsabili di queste infezioni sono cambiati nel tempo. Se fino all’inizio degli anni ’80 le ICA erano causate principalmente da batteri gram-negativi (ad esempio Escherichia coli e Klebsiella pneumoniae), negli anni i rischi infettivi maggiori sono stati rappresentati da batteri gram-positivi (come Enterococchi e Stafilococcus epidermidis) e da miceti, in particolar modo da Candida. Più recentemente, negli ambienti ospedalieri e assistenziali si sono diffusi agenti patogeni resistenti agli antibiotici, tra cui i batteri gram-negativi Enterobatteri Produttori Carbapenemasi (CPE) e Acinetobacter spp..

Come combattere le ICA?

La lotta alle infezioni correlate all’assistenza parte innanzitutto dalla prevenzione. L’approccio PCI mira proprio a questo, fornendo indicazioni, strategie e modalità organizzative volte a contrastare la diffusione delle ICA sul nascere, oltre a dare degli strumenti per affrontarle. Alla base di una prevenzione efficace ci sono gesti elementari come un corretto lavaggio delle mani. Potrebbe sembrare una banalità, ma un’igiene delle mani appropriata è un alleato estremamente valido nel prevenire le infezioni correlate all’assistenza. Altri accorgimenti utili nella prevenzione delle ICA sono:

  • la corretta sterilizzazione dei presidi;
  • la riduzione di tutte quelle procedure diagnostiche e terapeutiche che non sono necessarie;
  • un uso appropriato di antibiotici e disinfettanti;
  • affidarsi a una profilassi antibiotica e alla somministrazione, in caso di necessità, di vaccini sia ai pazienti, sia agli operatori sanitari;
  • programmare e attuare attività di sorveglianza delle infezioni, oltre a rinforzare le misure già previste di norma per il loro contenimento;
  • predisporre l’eventuale isolamento di pazienti infetti;
  • seguire un’accurata asepsi nelle procedure invasive;
  • mantenere il controllo del rischio di infezione ambientale.

L’importanza della disinfezione nei programmi PCI

Il controllo del rischio di infezione ambientale rappresenta un intervento fondamentale nella prevenzione della trasmissione delle ICA. Infatti, come accennato precedentemente, la pulizia e la disinfezione degli ambienti rientrano tra le precauzioni standard dei programmi di Prevenzione e Controllo delle Infezioni. Molti degli agenti patogeni causa delle infezioni si trasmettono non solo per contatto diretto tra persone, ma anche attraverso il contatto con superfici contaminate o per via aerea. Inoltre, è stato dimostrato come alcuni agenti patogeni riescano a sopravvivere sulle superfici degli ambienti anche per mesi. Si tratta di una tempistica che può variare a seconda di diversi fattori, come il tipo di superficie, la temperatura e il livello di umidità dell’ambiente.

Pensiamo a quante superfici vengono toccate in continuazione durante le procedure di cura o che sono spesso a contatto diretto con il paziente: letto, comodini, sedie, maniglie delle porte, strumentazione medica…

Il ruolo di AMIL Care nella prevenzione delle ICA

AMIL Care guida la cultura della disinfezione in ambito ospedaliero offrendo soluzioni tecnologiche e all’avanguardia, in linea con le normative richieste. Le soluzioni AMIL Care, brevettate e certificate, contribuiscono alla prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza.

La risposta di AMIL Care per garantire una bassa carica microbica negli ambienti legati all’assistenza e alla cura è il sistema Medisystem.

Medisystem è composto da dispositivi di erogazione automatizzata e prodotti chimici disinfettanti, entrambi sviluppati da AMIL Care. Il device più adatto all’utilizzo nel settore ospedaliero è Medibios Plus.hub. Si tratta di un dispositivo medico classe 1 marcato CE, che permette di tracciare e monitorare i dati di ogni ciclo di disinfezione, come il numero del programma utilizzato, la durata, la data in cui è stato effettuato, la temperatura dell’ambiente al momento dell’esecuzione, l’orario di inizio e di fine del trattamento.

Per quanto riguarda i prodotti disinfettanti da associare al dispositivo micro-nebulizzante, AMIL Care ha scelto di puntare su soluzioni a base di perossido d’idrogeno. Questo principio attivo è un biocida in grado di agire su batteri, virus, funghi e spore, sicuro per la salute ed ecocompatibile.

L’utilizzo di soluzioni professionali, appositamente studiate per rispondere alle esigenze degli ambienti ospedalieri, contribuisce a fare la differenza nella prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza.