Solo il 15% delle strutture sanitarie nel mondo soddisfa appieno i requisiti necessari per contrastare il diffondersi delle epidemie e ogni 100 pazienti ricoverati in ospedale, 7 nei Paesi ad alto reddito e 15 in quelli a basso e medio reddito, contraggono un’infezione ospedaliera.

Dati preoccupanti che, dopo la pandemia da Covid-19, accendono un campanello d’allarme da non sottovalutare. È quanto emerge dal report dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS)Global report on infection prevention and control“, la prima indagine globale sulla prevenzione e il controllo delle infezioni nelle strutture sanitarie pubblicato di recente.

La domanda che sorge spontanea, di fronte a dati come questi e al parallelismo con la realtà stravolgente che abbiamo vissuto negli ultimi due anni, è: come si può intervenire? La risposta è sempre “prevenzione”, ma implica, necessariamente, un’analisi più dettagliata, che noi di AMIL Care vogliamo condividere in questo articolo.

Report OMS: analizziamo alcuni dati

Nello studio condotto dall’OMS sono stati presi in considerazione i programmi e le pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni, conosciuti con l’acronimo IPC (Infection prevention and control), che rappresentano delle componenti essenziali per la sicurezza dell’assistenza sanitaria in tutti i sistemi sanitari nel mondo.

Dall’analisi è emerso che: su 100 pazienti ricoverati, 7 pazienti nei Paesi ad alto reddito e 15 pazienti nei Paesi a basso e medio reddito contrarranno almeno un’infezione associata all’assistenza sanitaria (ICA) durante la loro degenza ospedaliera. In media, 1 paziente su 10 morirà a causa di una ICA. Le persone in terapia intensiva e i neonati sono particolarmente a rischio, con percentuali che arrivano fino al 30%.

Per offrire un altro punto di vista, sempre dai dati del rapporto, sappiamo che il 24% dei pazienti affetti da sepsi associata all’assistenza sanitaria e il 52,3% di quelli trattati in un reparto di terapia intensiva muoiono ogni anno.

L’impatto delle infezioni sulla vita delle persone è impressionante, finalmente visibile in maniera chiara, e non lascia spazio a equivoci.

Come si valuta la prevenzione?

Per poter valutare i programmi di prevenzione adottati dalle strutture, l’OMS ha utilizzato lo strumento “IPCAF” che comprende 81 indicatori suddivisi nelle otto sezioni che compongono l’IPC:

  1. programmi IPC;
  2. presenza di linee guida IPC;
  3. istruzione e formazione;
  4. programmi di sorveglianza sanitaria;
  5. utilizzo di strategie multimodali;
  6. monitoraggio, audit delle pratiche IPC e feedback;
  7. carico di lavoro, personale e occupazione dei posti letto;
  8. stato degli ambienti e delle attrezzature dedicate all’IPC.

Lo studio ha interessato circa 4440 strutture sanitarie di 81 Paesi e ha rilevato che, a livello globale, il 50,7% delle strutture ha un punteggio ottimo per il controllo dell’IPC, il 29,8% intermedio, 17,5% un punteggio sufficiente e un 2% completamente insufficiente.

Confrontando questi dati con le indagini condotte sempre dall’OMS, la percentuale di Paesi che hanno un programma IPC nazionale non è migliorata: nel 2021-22 solo 4 dei 106 Paesi valutati (3,8%) hanno tutti i requisiti minimi per l’IPC in vigore a livello nazionale e solo il 15,2% delle strutture sanitarie soddisfano tutti i requisiti minimi.

“La pandemia di Covid-19 ha messo in luce molte sfide e lacune sul tema della prevenzione e controllo delle infezioni in tutte le regioni e i Paesi, anche quelli che avevano programmi più avanzati”, ha affermato il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus nello studio che alleghiamo. “Ha anche fornito un’opportunità senza precedenti per fare il punto della situazione e aumentare rapidamente la preparazione e la risposta alle epidemie. La nostra sfida ora è garantire che tutti i Paesi siano in grado di allocare le risorse umane, le forniture e le infrastrutture necessarie”.

Prevenzione: un investimento necessario

Oltre ad affrontare i danni ai pazienti e agli operatori sanitari causati dalle Infezioni nelle Organizzazioni Sanitarie (IOS) e dalla resistenza antimicrobica, il rapporto affronta l’impatto dei programmi di prevenzione e controllo delle infezioni e le strategie a disposizione dei Paesi per migliorarli.

Vedere e riconoscere un problema è sicuramente il primo step da compiere per un miglioramento, ma non l’unico. È necessario, infatti, accompagnare la fotografia dello stato dell’arte a una prospettiva ampia che sappia intervenire in modo tempestivo e continuativo, senza farsi sorprendere.

Questo perché, si sa: “Prevenire è meglio che curare”. Lo slogan, che accompagna l’assistenza sanitaria di tutto il mondo, racchiude al suo interno non solo un messaggio comunicativo efficace, ma la più importante strategia di contenimento delle problematiche oggi conosciute e di quelle che potrebbero arrivare in futuro. Una lezione che ormai abbiamo imparato tutti “grazie” alla pandemia di Covid-19.

Strategie di prevenzione: la risposta di AMIL Care

In questa prospettiva ampia, che abbraccia il presente e incorpora il futuro, AMIL Care Italia rappresenta un punto di riferimento grazie all’alto grado di tecnologia e innovazione dei prodotti sviluppati e al sistema di valori che ispira la sua attività.

Nell’ambito della sanificazione degli ambienti, il sistema Medisystem di AMIL Care, brevettato e certificato secondo le normi vigenti, associa dispositivi di erogazione automatizzata a prodotti chimici disinfettanti sviluppati sempre dall’azienda.

L’automatizzazione del dispositivo permette cicli di disinfezione ad alto livello con tecnologia “no touch”, insieme a protocolli di decontaminazione validati nelle aree critiche e attivi sui principali patogeni multi-resistenti, anche nei punti più difficili da raggiungere. Grazie a un serbatoio interno e a una fine taratura, il sistema disinfetta gli ambienti erogando perossido di idrogeno in quantità e con cadenza costanti, regolate in precedenza secondo la funzione cui è adibito l’ambiente. La standardizzazione e automazione del processo consente una maggiore sicurezza ed esclude la possibilità di un errore umano.

Come soluzione chimica ecologica il prodotto Evolyse di AMIL Care, a base di perossido di idrogeno e sali d’argento, è una soluzione ottima per la disinfezione. Tra i vantaggi figura sicuramente la sua efficacia sui microrganismi di ogni tipo: batteri, virus, spore, funghi, tubercolosi e biofilm. Grazie alla combinazione del sistema Medisystem con prodotti a base di perossido di idrogeno come Evolyse, la lotta alle infezioni ospedaliere diventa possibile.