L’unità di terapia intensiva (ICU) degli ospedali è sempre stata il luogo in cui vengono tenuti i pazienti più vulnerabili, in modo che possano essere monitorati e curati con particolare attenzione, spesso anche grazie an un rapporto stretto tra infermiere e paziente. Anche con i grandi progressi della tecnologia medica, questi pazienti continuano a essere a maggior rischio di infezioni: eppure, con una sanificazione adeguata, molte di queste potrebbero essere evitate.
Per questo motivo, noi di AMIL Care abbiamo pensato di dedicare un articolo specifico alle infezioni in terapia intensiva (ICU), riferendoci in particolar modo a figure professionali quali il Responsabile acquisti nelle strutture ospedaliere, i Responsabili della gestione delle attrezzature mediche, Ingegneri clinici (Aiic), Responsabili della sicurezza e dell’igiene (HSE), e anche i Responsabili risk management clinico.
Cosa sono le infezioni nosocomiali?
Con “infezione nosocomiale” intendiamo in generale quelle infezioni che non sono presenti o in incubazione quando il paziente viene ricoverato in ospedale o in altra struttura sanitaria. Il lasso di tempo per la diagnosi di un’infezione nosocomiale dipenderà quindi chiaramente dal periodo di incubazione dell’infezione specifica; 48-72 h dopo il ricovero sono generalmente considerate indicative di un’infezione nosocomiale. Sebbene generalmente associate al ricovero ospedaliero, le infezioni nosocomiali possono insorgere dopo il ricovero in qualsiasi struttura sanitaria e il termine infezione associata all’assistenza sanitaria è sempre più utilizzato. Tali infezioni sono comuni e associate a grande morbilità e mortalità.
Quando queste infezioni avvengono in terapia intensiva, parliamo di ICU, o infezioni acquisite in terapia intensiva.
Come si trasmettono i batteri in ospedale e in terapia intensiva?
Nei reparti di terapia intensiva, spesso i pazienti vengono da altri reparti e sono stati curati per qualcosa prima del loro ricovero. Ciò potenzialmente li predispone ad avere, come causa dell’infezione, un microorganismo resistente. Questi pazienti possono quindi diventare un pericolo per l’intera unità, e mettere a rischio altri pazienti e il personale medico sanitario.
La trasmissione del contatto può avvenire in vari modi attraverso il contatto diretto di secrezione con il paziente, il contatto con una superficie/un’apparecchiatura contaminata e le mani degli operatori sanitari. Ognuno di questi percorsi di trasmissione può essere un problema significativo per qualsiasi struttura.
L’unità di terapia intensiva occupata da casi problematici e rischiosi è paradossalmente quella in cui si tende a ridurre il rispetto dell’igiene delle mani e di altre pratiche preventive per il controllo delle infezioni. In terapia intensiva c’è così tanto personale clinico coinvolto nella cura del paziente, e talmente tanto da fare, che il rischio di trasferimento di microrganismi aumenta.
La questione non termina qui. I pazienti, purtroppo, possono anche contrarre nuove infezioni mentre sono in terapia intensiva, in quanto il sistema immunitario non funziona correttamente. Inoltre, i dispositivi invasivi, come aghi e tubi, vengono inseriti nel corpo come parte dei trattamenti regolari della terapia intensiva. Questi dispositivi aggirano le normali difese del corpo come gli strati esterni della pelle.
In aggiunta, alcuni trattamenti invasivi possono aumentare il rischio di infezione, ad esempio l’intubazione, la somministrazione di farmaci per via endovenosa, o l’inserimento dei cateteri per drenare la vescica.
Quali sono le infezioni ospedaliere più comuni?
I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono a maggior rischio di contrarre infezioni nosocomiali, che aumentano la morbilità dei pazienti, aumentano la durata della degenza ospedaliera e i costi ospedalieri e possono aumentare i tassi di mortalità.
Le infezioni in cui sono responsabili i patogeni Gram-positivi, ad esempio Staphylococcus aureus, Staphylococcus epidermidis ed enterococchi, sono particolarmente comuni nei reparti di terapia intensiva (lo testimoniano studi prestigiosi, come ad esempio uno studio pubblicato su PubMed), ma non solo.
Le infezioni più comuni acquisite in terapia intensiva sono polmonite altre infezioni del tratto respiratorio inferiore, infezioni del tratto urinario e infezioni del flusso sanguigno. Gli isolati batterici sono stati equamente divisi tra specie Gram-negative e Gram-positive. I batteri comunemente riportati in caso di infezione in terapia intensiva sono Enterobacteriaceae, Staphylococcus aureus e Pseudomonas aeruginosa.
Prevenire le infezioni in terapia intensiva
La prevenzione delle infezioni in terapia intensiva si basa sull’applicazione di strategie efficaci per periodi prolungati solo se possono essere integrate nel comportamento di tutto il personale coinvolto nella cura del paziente.
Di conseguenza, le misure di controllo delle infezioni devono essere considerate prioritarie e devono essere pienamente integrate nel processo continuo di miglioramento della qualità delle cure.
Sono quattro le aree di prevenzione nelle quali il personale sanitario è tenuto a fare attenzione:
- contatti tra personale e paziente;
- miglioramento della pulizia delle superfici;
- prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza;
- corretta igiene delle mani.
Medisystem di AMIL Care: un aiuto concreto per combattere le infezioni nelle terapie intensive
È grazie all’utilizzo del perossido di idrogeno come principio attivo abbinato ai sali d’argento e alla tecnologia di micronebulizzazione che Medisystem svolge la sua attività di prevenzione e lotta alle infezioni ospedaliere, anche quelle che riguardano le terapie intensive.
Il perossido di idrogeno conferma infatti sua efficacia su microrganismi di ogni tipo: batteri, virus, spore, funghi, tubercolosi, biofilm. La micronebulizzazione permette di saturare l’ambiente eliminando i patogeni attraverso l’ossidazione delle loro membrane cellulari. Il perossido di idrogeno si dissolve poi in acqua e ossigeno, senza lasciare residui. Queste caratteristiche rendono il sistema sicuro e di pratica applicazione.
Medibios Plus.hub, la risposta efficace alle infezioni nei reparti di terapia intensiva.
Medibios Plus.hub è un Dispositivo Medico di Classe I marchiato CE: un micronebulizzatore brevettato di ultima generazione, pratico, maneggevole e tecnologico, pensato per essere utilizzato in diverse aree ospedaliere. Le impostazioni del trattamento vengono effettuate tramite un display touchscreen. Medibios Plus.hub tratta da 10 a 2000 metri cubi di spazio; permette cicli di disinfezione di alto livello con tecnologia no-touch, insieme a protocolli validati, principalmente nelle aree critiche e sui principali patogeni multiresistenti. Il dispositivo può collegarsi a sensori preimpostati, che consentono il riconoscimento della stanza e del programma inserito. Ogni ciclo eseguito genera un report in formato PDF, che può essere salvato su chiavetta USB e stampato.
La combinazione dell’hub Medibios Plus con i prodotti chimici disinfettanti AMIL Care forma Medisystem.